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Design Thinking

Puoi avere il cambiamento oppure la stabilità.

Puoi avere i costi bassi oppure l’alta qualità.

Puoi investire per il futuro oppure stare bene sul breve periodo.

Puoi creare ricchezza per i tuoi azionisti oppure fare del bene al mondo.

Quella che avete appena letto è la “Tirannia dell’OPPURE”, valida fino a qualche tempo fa. Fortunatamente ora esistono nuove armoniche alchimie che creano mescolanze di discipline dai risultati inaspettati.

 

Una di queste è la crasi tra Design Thinking e Marketing strategico.

Il Design Thinking muove dal presupposto che oggi esistono due principali fili di pensiero nel mondo delle organizzazioni: il pensiero analitico e il pensiero intuitivo.

Il pensiero analitico costruisce il futuro con le strategie basate su dati solidi analisi quantitative, alla sua base ci sono il metodo induttivo e il metodo deduttivo. l’affidabilità è una sua distinzione chiara.

Il pensiero intuitivo si basa invece su tutt’altri presupposti, la supremazia della creatività e dell’innovazione: se ci si basa solo sulle ricerche di mercato non si innova mai veramente, bisogna liberarsi dal passato inventare ciò che potrebbe essere.

Nelle aziende dominate dal pensiero intuitivo l’innovazione può essere veloce, ma anche estremamente rischiosa perché non si riesce a sistematizzare ciò che si fa, se è troppo legata alle sorti dei leader intuitivi.

Il pensiero analitico e il pensiero intuitivo hanno entrambi dei limiti, ecco la necessità del design thinking, una metodologia orientata a stabilire un equilibrio tra di essi.

Gli elementi cardine del design thinking puntano a bilanciare il pensiero intuitivo e quello analitico, la validità e l’affidabilità, integrando il futuro con il passato.

Il Design Thinking è un modello progettuale utilizzato per risolvere problemi complessi impiegando una visione e una gestione creative, codificato attorno agli anni 2000 in California dall’Università di Stanford. È considerato un approccio democratico capace di mobilitare tutte le risorse aziendali, visto che consente ai membri di contribuire alle soluzioni. È centrato sulla persona e sulla sua capacità di sviluppare un pensiero sia come soggetto ideatore sia come destinatario del progetto.

Il design thinking applicato al marketing significa utilizzare degli strumenti che permettono di divergere, accogliere qualsiasi idea, trovare il punto massimo di divergenza e convergere sulla soluzione migliore per il brand e per il mercato.

 

Si utilizzano metodologie innovative in cui la persona che gestisce i workshop ha una fortissima capacità di ascolto e di attivazione di tutti i componenti presenti. Il facilitatore governa la riunione cercando di limitare il proprio giudizio i riorganizzando tutte le informazioni emerse. L’ascolto è una parte fondamentale del processo maieutico e permette di:

 

  • avvicinarsi al cliente, ad esempio quelli etnografici (per definire il contesto d’uso) o le tecniche di empatia (per mettersi nei panni del cliente e sperimentare il customer journey);
  • favorire la creatività e generare idee, grazie, ad esempio a tecniche di brain storming, mappe mentali,…
  • sperimentare rapidamente le idee

Il Design Thinking svolge il ruolo di catalizzatore per il cambiamento delle organizzazioni, favorisce una nuova mentalità, coinvolge le persone nella creazione delle strategie di marketing, all’interno e all’esterno, in cui tutte le persone diventano attori e creatori del nuovo processo di innovazione.

Il Design Thinking applicato al marketing permette di cambiare prospettiva poiché chi lo utilizza si concentra sul vedere le cose non come sono, ma come potrebbero essere.

“Progettare con la persona al centro, fa bene anche agli azionisti di un’impresa: se si creano prodotti fantastici che le persone amano, si crea valore” Alexandre de Souza Carvalho, Global Director Marketing Services di Tetra Pak.

Il Design Thinking applicato al marketing permette di creare un sistema valoriale che costruisca la strategia attorno al brand e sia in grado di attrarre a sé i consumatori che siano affini, spostando quindi la comunicazione dal prodotto al brand.

Un esempio è la creazione di una vision con il Design Thinking, un passo importante e strategico per ogni attività di marketing, oppure l’allineamento dei team attraverso il Team Charter, fondamentale in questo momento in cui molti di noi stanno lavorando da remoto.

Le compagnie altamente visionarie si liberano dalla teoria dell’oppure e riescono ad abbracciare il Genio dell’E. “Invece di scegliere tra A e B, trovano un modo per fare A e B”. In Built to Last, Jim Collins e Jerry Porras

 

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Elena Tavelli

Elena Tavelli

Business Design Marketer | Formatore | Lean Strategy | Specialista negli Archetipi di Brand | Ostinatamente Marketer

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